Domani, lunedì 20 marzo 2023, saranno trascorsi ventinove anni dal terribile omicidio della giornalista Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin.
Si trovavano a Mogadiscio, in Somalia, come inviati per seguire la guerra civile. La giornalista del TG3, nata a Roma il 24 maggio 1961, e il fotografo triestino, nato nel 1949, pare avessero scoperto un traffico illegale di armi e rifiuti tossici.
Secondo tale ipotesi, probabilmente la più conosciuta dall’opinione pubblica, sembra che i due fossero a conoscenza di prove che legavano i Paesi Occidentali, cosiddetti “sviluppati”, a questo commercio illecito che non ha portato altro che morte e inquinamento, in uno Stato già devastato dalla guerra e dalla estrema povertà a cui erano -e sono tuttora- costretti i somali.
Un traffico internazionale di sostanze radioattive “made in Europe/USA” spedite nella “discarica africana” senza troppa pubblicità.
Sembra che alcuni esponenti dei Paesi sviluppati avessero trovato un fruttuoso accordo con i gruppi armati attivi in Somalia: noi vi diamo le armi e voi vi prendete rifiuti tossici….
Ovviamente la scoperta di tale usurpazione di un territorio, e di un popolo, avrebbe rovinato la reputazione a qualcuno. E come accade nei più classici film americani del genere, i due giornalisti sarebbero stati “messi a tacere”.
Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, il 20 marzo 1994, furono raggiunti da colpi mortali di Kalashnikov, mentre erano in un veicolo. La volontà di uccidere proprio loro (quindi non un omicidio casuale) è stata dimostrata con alcune prove: ad esempio, il fatto che gli altri due passeggeri, l’autista e la guardia del corpo, uscirono illesi dall’imboscata suscitò non pochi dubbi.
Si è anche parlato di un’azione fondamentalista per prendere ostaggi e chiedere riscatto. Sul quotidiano La Repubblica di martedì 5 aprile 1994, pochi giorni dopo l’omicidio, leggiamo “Al Commando somalo erano state date disposizioni precise per catturare vivi gli ostaggi“. Furono preparati due veicoli per l’assalto: un pick-up, che però non partecipò alla sparatoria e una Land Rover azzurra, dalla quale scesero i quattro uomini che uccisero i due italiani.
L’articolo termina con una dichiarazione di Osman, un guerrigliero che è stato in contatto con un membro del “commando”: “Conosco i nomi di chi ha ordinato e di chi ha eseguito […], girano accanto a voi ogni giorno e stanno lì ad aspettare“.
Il problema è che nelle settimane successive sono state avanzate numerose ipotesi, ognuna di matrice completamente differente dalle altre. Dal “Ilaria, uccisa perché sapeva troppo” al “Tra i mandanti ci sono anche italiani“.
A supporto dell’ipotesi legata al traffico di rifiuti tossici, il sito toxicleaks.org parla dell’esistenza di ottomila documenti prodotti dall’ex Sismi, ora Aise, sui veleni esportati in Somalia. Diversi fascicoli, però, sembrerebbero classificati come “segreti” o “riservati”.
Dichiarazioni, smentite, supposizioni, titoloni sui giornali… il classico caotico metodo che non porta a nulla, se non all’allontanamento dalla verità. Il “non sapere” ci accompagna ormai da anni, con tragedie in cui, alla fine, nessuno è colpevole (vedi Ustica o il caso Mattei).
I testimoni sono morti
Sul luogo dell’esecuzione, erano presenti due troupe di emittenti televisive: una dalla Svizzera e l’altra dagli Stati Uniti, che hanno potuto fornire qualche indicazione in più e delle foto.
Purtroppo i presenti non hanno fatto una bella fine. Carlo Mavroleon (operatore tv Abc) è stato assassinato in Afghanistan nel 1997. Vittorio Lenzi (operatore tv svizzera) è morto qualche anno dopo in un incidente stradale.

Giustizia italiana
Infine, come altre volte accaduto in Italia, si scopre che il processo non è stato svolto in maniera regolare. Per questo motivo, nel gennaio del 2011, la Commissione parlamentare ha decretato la riapertura del caso.
Per il caso di Ilaria Alpi, l’unica verità che è venuta a galla è che qualcuno ha cercato in tutti i modi di ostacolare le indagini.
Giornalismo moderno
Per quello che si è potuto capire, Ilaria Alpi ha rappresentato -e rappresenta- il tipo ideale di giornalismo; quel genere ormai finito negli scantinati e da pochi coraggiosi ancora praticato. Diversi giornalisti moderni scrivono articoli e reportage senza mai alzarsi dalla propria scrivania, integrando pezzi d’archivio con comunicati stampa e fonti rintracciabili in rete.
Un giorno qualcuno disse che il vero giornalista è quello che ha sempre le suole delle scarpe consumate… già.
Cinema
Nel 2003 è stato realizzato un film dal titolo “Ilaria Alpi – Il più crudele dei giorni“, di F.V. Orgnani, con Giovanna Mezzogiorno e Rade Serbedzija.
Risorse
- Sito ilariaalpi.it – Premio Ilaria Alpi premioilariaalpi.it.
- Documentario su Rai Tre: La strada della verità.
Documentazione caso Ilaria Alpi:
Caso Ilaria Alpi: disponibili online i documenti
Dal 23 maggio disponibili online i documenti sul caso Ilaria Alpi
21 / 05 / 2014 – La Camera dei Deputati, attraverso un comunicato divulgato oggi, rende noto che dal prossimo venerdì, 23 maggio 2014, si potrà inoltrare richiesta per ottenere, tramite email, copia della documentazione che riguarda il caso di Ilaria Alpi.
Come molti sapranno, la giornalista del TG3 e il fotografo triestino, Miran Hrovatin, furono uccisi in Somalia durante un agguato. Era il 20 marzo 1994 e i due morirono a causa dei diversi colpi di Kalashnikov sparati verso il loro veicolo.
Sembra che Ilaria Alpi avesse scoperto un traffico illecito di rifiuti tossici.
Ora il Governo metterà a disposizione queste carte, sulle Commissioni parlamentari di inchiesta.
Online si può già trovare un primo indice che anticipa i contenuti che poi venerdì saranno resi pubblici. Questo indice dovrebbe “crescere” nel tempo, man mano che si otterranno i “lasciapassare” per la restante documentazione.
Chi fosse interessato può farne richiesta compilando online il modulo presente sul sito internet che contiene l’archivio della Camera (vedi sotto). Viene richiesta la copia del proprio documento d’identità.
I documenti giungeranno al richiedente tramite posta elettronica da venerdì 23 maggio.
Documenti su Ilaria Alpi
Sito: ArchivioAlpiHrovatin.Camera.It.
(Archivio storico Camera Deputati).
Volendo ci si può recare direttamente presso l’Archivio per avere il materiale in forma cartacea.