Come molti ormai sapranno da diverso tempo, soprattutto coloro che maggiormente hanno a che fare con il miglioramento del posizionamento dei siti internet (i webmaster che si occupano di SEO, per intenderci), Google, in qualità di motore di ricerca, tiene particolarmente conto dei link provenienti dall’esterno e che puntano ad un determinato sito internet o ad un suo url specifico. Sono i cosiddetti “backlink“.
Tuttavia, non è sempre oro ciò che luccica e nel web; così, come nell’oceano, qualche squalo malintenzionato lo si può sempre incontrare, magari senza che l’amministratore del sito in questione se ne accorga.
Ma come fanno e cosa fanno questi squali?
In pratica puntano un link al tuo sito o ad una tua pagina in modo anomalo e massiccio, senza che vi sia dietro un motivo valido, per quanto concerne il vostro contenuto.
Sparano link a raffica e a casaccio, alimentando il vostro numero di backlink.
Bene, anzi, male. Infatti, come scritto prima, non sempre questo tipo di “sponsorizzazione” risulta essere positiva per il posizionamento del sito “colpito”. Ottimo avere tanti backlink ma ancor più del numero è di fondamentale importanza la qualità del link. Meglio pochi ma buoni.
Quindi, una volta individuate sorgenti di traffico “malevoli”, nocive, è bene prendere le dovute precauzioni e bloccarle sul nascere.
Ecco come fare.
Prima di tutto verificate quali siti puntano alle vostre pagine.
- Potete consultare i report di “Search Console” (ex “Strumenti per i Webmaster“) di Google, seguendo, dal “Dashboard” (pagina principale), il percorso “Link” (dal menù a sinistra) – “Link esterni” e, sotto, l’elenco “Siti con più link“. Qui potete decidere quali domini vi sembrano sospetti e quindi da bloccare in ingresso.
- Oppure potete andare su Google Analytics, selezionare il sito che interessa monitorare, andare poi su “Acquisizione” – “Tutto il traffico” – “Referral” (per aver uno sguardo più ampio, magari prendete in considerazione un periodo lungo, tipo gli ultimi sei mesi).
Altrimenti, utilizzate i vari strumenti, gratuiti o no, disponibili in rete per individuare i propri backlink.
Ora, scelti gli url dei siti esterni da bloccare, possiamo trascriverli sul blocco note di Windows, ad esempio, inserendo una voce per riga, in questo modo
example.com/link/comment.html
example.com/page/paylink.html
Potete, se volete, bloccare un intero dominio e aggiungerlo ad altri url, scrivendo prima “domain:“, così:
example.com/link/commet.html
example.com/page/padlink.html
domain:sharepay.com
Ogni riga deve avere tutti i caratteri attaccati, senza spazi.
Questo esempio qui sopra servirà a bloccare i link al nostro sito provenienti dalle due prime pagine example e dall’intero dominio sharepay (sono siti e url di fantasia, voi inserirete quelli da fermare).
Salvate il file in formato testo, deve avere l’estensione “.txt“.
Magari date un nome che possa ricordarvi la sua funzione, tipo “miosito elenco blocco link“.
Questo tipo di procedura, il blocco di link esterni, si chiama “Disavow” ed è proprio il servizio di Google, “Disavow links tool page“, che utilizzeremo per caricare il file appena salvato e bloccare i backlink.
- Andate alla pagina Tool Disavow
- Scegliete il vostro sito da tutelare
- Quindi su “Carica elenco di link da escludere”.
Cercate il file .txt salvato prima e caricatelo.
Ora vi apparirà un mini resoconto con il numero di link che avete segnalato, data e orario di invio.
In futuro potrete modificare tale file, aggiungendo o togliendo url. Basterà caricare un nuovo file di testo aggiornato (su “Sostituisci“) e questo sostituirà il precedente. Oppure scaricare quello già presente, per verificare l’elenco.
Ovviamente gli effetti non saranno immediati ma poco alla volta dovreste non vedere più tali backlink puntare sul vostro sito.
Potrebbe interessarti la nostra sezione “Internet“, con varie guide sul web.